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Reiki

Sperimentazione del Reiki in ambito ospedaliero

22/4/2015


Sperimentazione del Reiki in ambito ospedaliero

22/4/2015

 

 

American Journal of Hospice

 

and Palliative Medicine

 

http://ajh.sagepub.com

Gli effetti della terapia Reiki sull’ansia e sul dolore dei malati

in cura presso un day hospital di oncologia

AM J HOSP PALLIAT CARE

pubblicato online il 13 ottobre 2011

DOI: 10.1177/1049909111420859

 

Pubblicato da:

SAGE

http://www.sagepublications.com

Servizi e informazioni aggiuntive su

American Journal of Hospice and Palliative Medicine

 

 

Gli effetti della terapia Reiki sull’ansia e sul dolore dei malati

 

in cura presso un day hospital di oncologia


Oncologia Medica, Ospedale San Giovanni Battista

Torino, Italia

 
Ospedale San Giovanni Battista di Torino

 

Abstract

Il Reiki è un metodo di guarigione naturale che con

siste nel trasmettere energia al paziente

attraverso il contatto o la prossimità delle mani dell’operatore Reiki. Abbiamo studiato il ruolo del

Reiki nella gestione dell' ansia, del dolore e del benessere complessivo dei pazienti oncologici.

Sulla base dei risultati di un progetto pilota condotto presso il nostro ospedale tra il 2003 il 2005

da

un' associazione di volontariato, è stato condotto,

presso lo stesso Centro, uno studio più ampio,

della durata di tre anni. Gli operatori Reiki volontari hanno ricevuto una formazione teorico-pratica

biennale. La popolazione oggetto dello studio era costituita da 118 pazienti (67 donne e 51 uomini,

età media 55 anni) con neoplasie in vari stadi, sottoposti a un qualche tipo di chemioterapia. Prima

di ciascuna seduta gli infermieri hanno raccolto i

dati personali e l’anamnesi clinica di ciascun

paziente. Il dolore e l’ansia sono stati valutati dagli operatori Reiki secondo una scala di

valutazione numerica. Ogni seduta durava circa 30 minuti; i punteggi relativi al dolore e all' ansia

sono stati registrati utilizzando una scala analogi

ca visiva (VAS) e descrivendo le sensazioni

fisiche percepite dai pazienti durante la seduta. Tutti i 118 pazienti hanno ricevuto almeno un

trattamento Reiki (238 trattamenti in totale). Nel

sottogruppo di 22 pazienti sottoposti a un ciclo

completo di 4 trattamenti, il punteggio medio VAS relativo all' ansia è sceso da 6,77 a 2,28 (P<0,00001) e il punteggio medio VAS relativo al dolore è sceso da 4,4 a 2,32 (P= 0,091). Nel

complesso le sedute sono state considerate utili per migliorare il benessere, il rilassamento, il

sollievo dal dolore, la qualità del sonno e per ridurre l' ansia. L' offerta di una terapia Reiki in

ospedale può* rispondere ai bisogni fisici ed emotivi dei pazienti.

Parole chiave

Terapia Reiki, cura oncologica olistica, operatori

Reiki volontari.

 

Introduzione

Il Reiki è un metodo di guarigione naturale che consiste nel trasmettere energia al paziente attraverso il

contatto o la prossimità delle mani dell’operatore

Reiki. Tale metodo afferma di essere in grado di potenziare

la naturale capacità dell' organismo di guarire se stesso attraverso il riequilibrio energetico, con conseguente

ripristino del benessere fisico, emotivo, mentale e spirituale.

Il maestro giapponese Mikao Usui riscoprì il sistema che sta alla base del Reiki nei primi anni del

Novecento, attraverso lo studio delle antiche arti

mediche tibetane e della tradizione della guarigione

attraverso le mani. Usui insegnò l' uso della tecnica a Chujiro Hayashi, e lui a sua volta la insegnò a

Hawayo Takato. Quest' ultima portò il Reiki alle Hawaii (e

nel resto degli Stati Uniti) durante gli anni Quaranta. Il

Reiki è stato introdotto in Europa negli anni Ottanta.

Reiki è una parola giapponese che significa “energia vitale universale”; è formata da due sillabe:

rei

,

l’energia universale, energia che permea tutto l’universo, e

ki

, l’energia vitale di ciascun essere vivente.

L’operatore Reiki avvicina o appoggia le mani sul

corpo del paziente in modo che l' energia vitale universale

possa fluire naturalmente nelle aree del corpo del

paziente che più ne hanno bisogno. Il Reiki può essere

praticato anche come auto-trattamento (

self-help

). È indicato soprattutto nelle professioni di aiuto, per chi

lavora nei servizi sociosanitari, ed è utilissimo anche per prevenire fenomeni di

burnout

, mancanza di

motivazione e stress da lavoro del personale infermieristico.

L' uso della medicina alternativa complementare in ospedale riscuote un interesse crescente tra il

personale sanitario che lavora con i pazienti oncologici. Poiché il Reiki non richiede alcuna apparecchiatura

specifica, può essere praticato dovunque in qualunque momento, e ciò lo rende particolarmente idoneo al

contesto ospedaliero. Fra le tecniche di rilassamento di cui è stata variamente dimostrata la capacità

di migliorare le condizioni dei pazienti oncologici, i

l Reiki è risultato essere un aiuto efficace per alleviare il

dolore e altri sintomi come ansia, insonnia e iporessia, migliorando così la qualità della vita nei pazienti con

neoplasie in stadio avanzato

1

. In un progetto pilota condotto tra il 2003 e il 2

005 dall' associazione di

volontariato Cerchiodiluce presso il day hospital di Oncologia Medica del Dipartimento Oncologia ed

Ematologia dell' Ospedale San Giovanni Battista, 27

pazienti (totale 94 trattamenti) hanno riferito una

migliore qualità del sonno e sollievo dal dolore e

dall' ansia. Sulla base di quest' esperienza iniziale

è stato

condotto, presso lo stesso Centro di cure oncologiche, uno studio più ampio, che ha coinvolto un gran

numero di pazienti.

Con il presente studio abbiamo esaminato il ruolo del Reiki nella gestione dell' ansia, del dolore

e del

benessere globale in pazienti con neoplasie in stadi diversi che frequentavano un day-hospital

chemioterapico. Lo studio riferisce i risultati del

progetto Reiki presentato e sviluppato dall' associazione di

volontariato Cerchiodiluce e realizzato in collaborazione con lo staff medico del Centro di Oncologia

Medica

dell' Ospedale San Giovanni Battista.

Pazienti e metodi

Prima di essere ammessi a praticare la terapia Reik

i in ospedale, gli operatori Reiki volontari hanno

ricevuto

una formazione biennale: un anno di seminari interni con lo staff docente dell' associazione Cerchiodiluce e

un anno di pratica in ospedale con tutor qualificati.

 

Pazienti

118 pazienti complessivi hanno dato il loro consenso informato alla terapia Reiki dopo che tale tecnica è

stata loro spiegata dagli infermieri dell' ospedale

e dai volontari dell' associazione Cerchiodiluce che

eseguivano i trattamenti.

 

La popolazione dello studio era composta da pazienti con neoplasie in stadi diversi sottoposti a un

qualche tipo di chemioterapia. I trattamenti Reiki

sono stati offerti durante il ricovero nelle stanze

del day-hospital. Prima di ciascuna seduta gli infermieri hanno raccolto i dati personali e l’anamnesi clinica

del

paziente: sito del tumore primario, data della diagnosi, sito di metastasi, numero di cicli di chemioterapia e

condizioni generali di salute del paziente

secondo i punteggi ECOG (Eastern Cooperative Oncology Group).

Il dolore e l' ansia sono stati valutati secondo una

scala numerica dagli operatori Reiki.

 

Metodi

Le sedute Reiki sono state offerte ai pazienti durante la loro presenza in ospedale per la somministrazione

della chemioterapia. Durante il trattamento i pazienti erano completamente vestiti, seduti su una sedia o

distesi su un letto. È stato eseguito un massimo di

quattro trattamenti durante quattro distinte sedute di

chemioterapia. Ciascun trattamento Reiki durava circa 30 minuti, durante i quali gli operatori tenevano le

mani sopra il paziente oppure toccavano delicatamente il suo corpo, dalla testa alle gambe, focalizzandosi sui

centri energetici del paziente stesso (chakra) e sui siti di dolore o disagio. A differenza di altri metodi , il

Reiki non comporta l' utilizzo di pressione, massaggio, sfregamento o strumentazione.

Al termine della seduta, i punteggi VAS relativi a

dolore ed ansia sono stati registrati insieme a una

descrizione delle sensazioni fisiche percepite dai

pazienti durante la seduta, come caldo/freddo,

rilassamento/stress, benessere/disagio, riferendo gli eventuali siti specifici.

 

Risultati

Nell' arco del periodo di studio di tre anni, i trattamenti Reiki sono stati eseguiti su 118 pazienti:

67 (57%)

donne e 51 (43%) uomini (tabella I); età media 55 anni (da 33 a 77 anni di età); 16 (14%) pazienti stavano

ricevendo una chemioterapia adiuvante, 56 (48%) una

chemioterapia di prima linea, 21 (18%) una

chemioterapia di seconda linea, 3 (2 x 100) una chemioterapia di terza linea, 5 (4%) una chemioterapia

di

quarta linea e 11 (9%) non era in terapia; per 6 (5

%) pazienti questi dati mancavano. La distribuzione

locale

del tumore era la seguente: colon 15 (13%), seno 30

(25%), polmone 21 (18%), stomaco 12 (10%), testa e

collo 11 (9%), vescica e rene 22 (19%) e altri siti

7 (5%). Il sito delle metastasi era: fegato in 15

pazienti

(13%), ossa in 11 (9%), polmone in 9(8%), cervello

in 4 (3%), ghiandole linfatiche in 7 (6%) e altri siti in 10

(8%). Il PS (performance status) secondo il punteggio ECOG era: 0 in 71 pazienti (60%), 1 in 31 (26%),

2 in

10 (8%), 3 in 4 (3%), non valutato in 2 (1%). Tutti

i 118 pazienti sono stati sottoposti ad almeno una

seduta

di Reiki, 61 (48%) hanno ricevuto 2 trattamenti, 37 ne hanno ricevuti 3 e 22 (17%) ne hanno ricevuti

4, per

un totale di 238 sedute terapeutiche (tabella 2).

L' ansia è stata annotata come valore

baseline

in 92 pazienti (78%) (punteggio VAS medio 6,3); 12

(10%) avevano ricevuto preliminarmente una terapia

di controllo dell' ansia; 45 (38%) erano in uno stadio

avanzato della malattia e 47 (40%) nei primi stadi

della malattia. Un punteggio VAS >5 per l' ansia è stato

registrato in 56 pazienti (47%) prima - e in 16 pazienti (14%) dopo - la prima seduta di trattamento;

19

(86%) pazienti risultavano avere ansia prima - e 3

(14%) dopo - la quarta seduta di trattamento.

Statisticamente sono stati osservati cambiamenti si

gnificativi nei valori medi dell' ansia prima e dopo

ciascun

trattamento (tabella 3).